Secondo alcune fonti dell’intelligence, l’Iran starebbe per attaccare l’Arabia Saudita per placare le manifestazioni contro il regime.
A breve potrebbe verificarsi uno scontro tra Iran e Arabia Saudita e Iraq. Il fattore scatenante sarebbero le numerosissime proteste che si stanno verificando contro il regime, alla luce della morte della giovanissima Mahsa Amini e delle altre tantissime persone arrestate o uccise durante le manifestazioni.
La notizia è giunta dal Wall Street Journal, condivisa poi anche da diverse fonti dell’intelligence saudita con i servizi americani. Il possibile scontro tra Iran e Arabia Saudita e Iraq ha messo in allerta il sistema militare della regione.
La Casa Bianca è “allarmata”
Anche la Casa Bianca ha espresso la sua preoccupazione, dichiarando di essere “pronta a rispondere” a Teheran in caso di escalation. Secondo i servizi sauditi, l’obbiettivo di Teheran sarebbero nel regno e a Erbil.
Si tratta di obbiettivi che già precedentemente erano stati bersagli di attacchi di droni e missili balistici inviati dall’Iran, verso la fine di settembre. Ed era stato proprio un caccia americano ad intercettare ed abbattere uno di questi attacchi promossi dall’Iran nei confronti delle truppe Usa dislocate nella città irachena.
Secondo numerose fonti, come i servizi americani e altri Paesi dell’area interessata, la minaccia sarebbe reale. «Siamo preoccupati per il quadro complessivo e rimaniamo in contatto costante con i sauditi attraverso i canali militari e di intelligence». Lo ha dichiarato un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa. E prosegue spiegando che gli Stati Uniti «non esiteranno ad agire in difesa dei nostri interessi e partner nella regione».
La minaccia di Teheran
La possibilità dello scoppio di una guerra è un pericolo reale, in quanto non sarebbe la prima volta che Teheran minaccia di mettere in atto una guerra. In questa situazione, le autorità iraniane hanno accusato pubblicamente l’Arabia Saudita, Stati Uniti e Israele di aver contribuito a far sì che si svolgessero le manifestazioni per la morte della giovane Mahsa Amini. Sarebbe quindi questo il fattore scatenante – secondo le autorità iraniane – che ha creato la violenta repressione provocando centinaia di vittime.